mercoledì 30 giugno 2021

Pomposa Racing by Tinto!

Tinto e la n.8!
La sequenza primavera/estate/autunno/inverno/primavera precedente è stata una discreta cacca e quando a Maggio il Capo della Setta propone la pomposata con i 300 a nolo dico subito sì.
Anche perché tutti gli altri Peones sono ormai depeonizzati e sono rimasto l’unico con una moto “leggermente” stradale, quindi il nolo dei 300 con l’assistenza “professionisti like” è veramente ottimale.

Se non fosse che ha un terribile difetto:
girando ad armi pari non ho più le scuse “peso 100 Kg più di voi”, “ho le gomme da Caponord e ritorno”, “non posso piegare di più perché sfrego i cilindri”...

Sono irrimediabilmente il più lento e senza scuse.
Vabbè, tanto non ho reputazioni da difendere.
(Esagerato! nota di Simo)

Essendo in attesa che il Generale Buttiglione decida quando sarò abbastanza vecchio da poter essere vaccinato penso: sicuramente la data in cui mi convocheranno andrà in conflitto con la pomposata.
Nel frattempo decido di iniziare una sequenza di mal di gola/tosse/raffreddore/pausa/mal di gola/tosse/raffreddore/congiuntivite/tosse che rischiano di farmi saltare sia il vaccino sia la pomposata. Sì perché ovviamente l’appuntamento per l’agognata puntura è proprio il giorno prima.

Alla fine, complice una pillola miracolosa, guarisco(*) in tempo per farmi bucare e, mentre buona parte dei conoscenti si prenota un ricovero cautelativo per i giorni seguenti e prende una tonnellata di tachipirina propedeutica a un trapianto di fegato, io preparo la borsa per andare alle moto, alle moto!

E voi ci riuscite?
Mi trovo con il peone Stefano detto “il Bastardone” all’Atlantic di Ferrara di buon ora: perfetta per trovare un bagno lindo dove provvedere alle ultime limature di peso in previsione della gara.
Partiamo sulla sua ineffabile Croma marrone verso la destinazione: in viaggio c’è tempo di notare come i veicoli di trasferimento prediletti dal Team siano dei Fiat maggiorenni, dal gusto vagamente rumeneggiante.

Arriviamo sul posto, iniziamo a spogliarci, a tirare su gazebi, raccogliere denaro per beneficenza etc etc e dopo non molto siamo dentro.
Io scelgo stavolta una R3 col cambio stradale e il numero 8, in onore del mio primo datore di lavoro. Nonostante la posizione più caricata della Kawa dell’anno scorso, la forma fisica indecente, vado benino e mi diverto, dimenticando subito il poco male al braccio sinistro.
Il circuito è la versione lunga, che mi toglie un tornantino molto ostico sostituendolo con una bella curva a destra e una curvilinea sequenza a seguire.
In uno dei primi turni riesco quasi a impensierire uno del gruppo, quindi sono moderatamente soddisfatto.

Un eroe dei nostri tempi
Ma a darmi gioia c’è l’ineffabile Marzio: uno che gira con una moto vintage tutta pittata alla stessa velocità a cui giro io con lo scuter nel parcheggio sotterraneo della mia azienda.
Dove gli architetti che hanno deciso di fare tutto openspace (nel 2019… quando ormai anche i muli hanno capito che sono pessimi) hanno pensato di ricoprire il pavimento con una vernice che deve essere stata progettata per impedire ai gechi di salire sui muri.

Insomma Marzio gira così fermo e, con orgoglio, ci tiene a far sapere a chi lo sorpassa (tutti) come si chiama tramite una enorme scritta sulla schiena. Se io andassi come lui la scritta la vorrei anche io, ma sarebbe “Casadio” oppure “Volto”, insomma non girerei mai così a mio nome!
Che poi, scherzi a parte, era davvero pericoloso in certi momenti.

Con l’andare avanti delle ore la stanchezza si fa sentire, per fortuna (...) che si gira a turni e ho delle pause diciamo provvidenziali.
Durante le quali ci si attacca ai frighi del bastardone e del capo-setta come a dei salvavita.
Purtroppo sono terribilmente lento non solo nei tempi sul giro, dove il solito bastardone mi strapazza andando via nonostante i suoi 40 kg in più, ma anche a fare tutto, a muovermi sulla sella, a cambiare assetto, tanto che giro quasi sempre larghissimo e lontano dal cordolo perché sempre in cronico ritardo.
(mah a guardare video e foto non sembra eh...Nota di Simo)

Tinto non riesce a guardare cosa ha davanti...
La fine dei giochi arriva quando ormai sono in apnea, è il momento del piacevole relax, del “sono riuscito a esserci nonostante tutto” e poi dell’aperitivo offerto dai nostri adorati “meccanici”.
A seguire un fritto di pesce prima di ripartire sui mezzi rumenici verso l’Atlantic, dove c’è tempo per un gelato, per attaccare l’adesivo del Team sulla Picanto e ripartire verso Bologna.
Finito di disfare i bagagli e la doccia, mi sdraio sul letto e ho ancora le pulsazioni ben sopra i 100.
Meno male che anche oggi sono morto domani!




Certo se riuscissi a ingarellarmi con qualcuno(**) mi divertirei di più, ma comunque è sempre una cosa utile anche per la guida stradale (ormai rara pure quella, però…) e quindi corre l’obbligo morale e anche immorale di ringraziare il Capo per lo sbatti organizzativo e per aver provocato tutto questo ambaradan di benzine e gomme bruciate, grete piangenti, cazzate e compagnia di anziani che fingono di non esserlo :-D


(*) due giorni dopo la pomposata mi sono riammalato

(**) se Marzio facesse un corso, magari…. ( Nemmeno dopo 3-4 corsi... Nota di Simo)



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